Era il
giugno del 1971 e sulla DOMENICA DEL CORRIERE c’erano tanti articoli
interessanti: uno era l’articolo su Pierre Cardin e Marc Bohan, gli stilisti
francesi “eredi” di Dior; c’erano poi due paginate interessanti sulle cure a base
di erbe di Maurice Mességué; un reportage dettagliato sulle scuole francesi; un
dossier storico che parlava della Marcia su Roma; un’ intervista a Walter
Chiari che raccontava con amarezza dell’esperienza in carcere e un servizio sui
nuovi villaggi turistici di Ostuni e Otranto.
Ma le pagine da cui non si riesce a
staccare gli occhi son quelle delle pubblicità.
Fra le più belle quella della KODAK
col baffuto e la ricciolona ammiccanti e
quella della PRINZ NSU che esalta le prestazioni di un’auto che, anche se tecnologicamente
impeccabile, veniva notata solo per la sua estetica non proprio esaltante.
C’era poi il cofanetto SPERLARI “così
bello che non s’incarta mai” con la pubblicità che invitava, una volta mangiate
le caramelle, a riciclare la scatoletta metallica come portagioie o piccolo scrigno
dei segreti.
Quindi la pagina rossa dei pomodori in
lattina che “come natura crea, CIRIO conserva” e il MARTINI che berlo è “Come
respirare l’aria di Acapulco”.
Infine una VESPA così gialla che “mela
compro” perché “Piaggio convince”
Geniali gli slogan, allettanti le
immagini e limpidi i messaggi.
Questa era la pubblicità che circolava quindici
anni prima che l’Italia si collegasse per la prima volta a internet, quando il
computer era ancora un mistero chiamato “calcolatore elettronico” o
“cervellone” e il primo pc veniva progettato dall'Ingegner Perotto e lanciato con grande successo dalla OLIVETTI
col nome di PEROTTINA.
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